WoMen in Africa
“nocoloronecolor“
(II parte)
Ma viaggiare puo’ essere anche una condizione mentale.
Uno stato che porta il proprio subconscio a volare in una sfera dove non esistono colori di pelle, lingue parlate, tratti somatici differenti. Dove non si sentono piu’ rumori, odori.
Dove la vita umana sembra lasciare il passo a qualcosa di impalpabile, di superiore. Divino.
Dove il respiro del proprio Io si fonde con il respiro dell’Universo e l’ansia di vivere (sempre in bilico tra cio’ che si vorrebbe fare o essere e cio’ che si deve fare o essere) svanisce.
Ad un tratto sembra di non percepire piu’ il peso del proprio corpo. E si comincia a volteggiare tra immagini che scaldano il cuore, che infondono calma, che ci lasciano la liberta’ di assaporare ogni emozione.
I colori si affievoliscono, la luce assume una tonalita’ che aiuta i nostri occhi a vedere una realta’ diversa, quasi idilliaca
Si viene traghettati in un’atmosfera onirica che incuriosisce ma quasi spaventa
E quando nella nostra mente la transizione tra il Mondo terreno e il Mondo ideale sara’ finalmente giunta al termine, allora, solo allora, il peso della vita che ci ha oppresso, le nostre fatiche, i nostri drammi si dissolveranno.
La salita percorsa, gravosa, impervia, arrivera’ in vetta dove un raggio di sole riuscira’ ad illuminarci e un amorevole abbraccio ci riempira’ di quel calore umano di cui avevamo tanto bisogno.
Paola M.M. Barozzi
Clicca qui per rivedere le foto inserite nella I parte di questo viaggio straordinario,
viaggio reso possibile dalle Emozioni d’Arte suscitate dalla
Fine Art Photography by Ludovico Maria Gilberti
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“WoMen in Africa NoColorOneColor”